Dignità, rispetto, diritti, benessere, partecipazione, integrazione, inclusione nei processi di sviluppo, pari opportunità, parità… Come sono belli i vocaboli che s’intrecciano nei commenti riguardanti la Giornata Internazionale delle Persone con disabilità, istituita nel 1981 dall’Onu per il 3 dicembre, per sensibilizzare la popolazione sul tema della diversità e del suo valore, dei diritti inalienabili di ogni essere umano, indipendentemente dalla condizione fisica, psichica, sensoriale, sociale.
Anche quest’anno celebriamo questa importante Giornata e per l’ennesima volta sentiamo parlare con convinzione di superamento delle barriere architettoniche, fisiche, sensoriali, cognitive, culturali e religiose, di abbandono di ogni forma di discriminazione e di esclusione, della necessaria costruzione di un mondo accessibile a tutti. E si moltiplicano gli incontri, i convegni, i forum, le discussioni pubbliche, le campagne d’informazione, le manifestazioni sportive, gli spettacoli e le iniziative scolastiche. Volteggiano dovunque parole e frasi colorate, brillanti di luce propria, che per il fatto stesso di essere pronunciate ci fanno stare meglio: «Si sta facendo molto ormai, finalmente si cambia», ci troviamo a pensare con fiducia.