Ma domandare non basta. Così le domande possono diventare l’occasione per avviare un’accorata invocazione del dono della
sapienza che viene dall’alto. Atteggiamento di ascolto e intensamente orante non scontato, dovendo mettere mano per tempo a
comprensibili previsioni e programmazioni pastorali. «Non è più tempo di
banalità e di luoghi comuni, non possiamo accontentarci di citazioni e
di prescrizioni. È giunto il momento per un ritorno all’essenziale, per
riconoscere nella complessità della situazione la via per rinnovare la
nostra relazione con il Padre», scrive infatti l’Arcivescovo.
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